Olio in Mar Grande… continuano i disastri ecologici!
- gpicsalento
- 19 set 2014
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Olio e altri scarti di lavorazione sono fuoriusciti dai serbatoi del treno nastri 2 dell’acciaieria ILVA di Taranto e sono finiti in Mar Grande, attraverso la condotta fognaria. L’incidente è avvenuto all’altezza del V sporgente del porto industriale, vicino agli scarichi in mare del grande stabilimento. A dare l’allarme sono stati alcuni lavoratori attorno alle 8.30 di ieri giovedì 18 settembre, assieme ai delegati Fiom Cgil, Francesco Bardinella e Francesco Brigati. La chiazza, a quell’ora, era visibile a decine di metri. Sul posto è intervenuta la ditta specializzata Ecotaras, che con l’uso di imbarcazioni e getti d’acqua ha in qualche modo circoscritto la grande macchia di olio galleggiante sul mare. Un’altra parte, per fortuna era stata già bloccata nelle vicinanze del molo del V sporgente, dimodoché la dispersione in mare e le operazioni di recupero sono state più semplici. Sul posto sono intervenute anche unità della Guardia costiera della Capitaneria di porto e personale dell’Arpa (Agenzia regionale di protezione ambientale).
Le operazioni si sono concluse in serata, ma per comprendere quale sia stato il danno causato ci vorrà più tempo. La Fiom Cgil ha chiesto un incontro urgente al direttore dello stabilimento del siderurgico Ruggero Cola per avere spiegazioni sull’accaduto. L’incontro è stato fissato per oggi venerdì 19, alle 14. Bisogna capire come sia avvenuto l’incidente e se l’ILVA sia attrezzata per evitare che accadano episodi simili che mettono ulteriormente a rischio il mare e l’ambiente del territorio, già provato oltremodo dalla presenza dell’industria pesante. Altri casi simili si sono verificati negli ultimi anni. Nell’agosto del 2012 del petrolio fuoriuscì da una nave turca impegnata nel carico di prodotti di scarto del siderurgico (loppa) all’altezza del secondo sporgente del porto. Pochi mesi prima, in aprile, da una falla di un mercantile panamense fuoriuscirono oltre 20 tonnellate di combustibile (in buona parte recuperato dalla ditta Ecotaras) che formarono una chiazza di oltre 800 metri quadrati in Mar Grande.
Fonte: http://www.ambienteambienti.com/author/gino-martina
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