Tempa Rossa
- gpicsalento
- 7 set 2014
- Tempo di lettura: 2 min
Si continua a perseguire un modello di sviluppo violento che ha ripercussioni negative sull'ambiente e sulla salute dei cittadini. Bisognerebbe chiedersi quali siano le conseguenze nel trivellare il territorio della Basilicata e della Sicilia, cosa comporta trasportare e raffinare il petrolio estratto dalla Basilicata a Taranto... perchè una città che è stata distrutta da un certo modello deve continuare a pagare un prezzo così alto.
Energia costi quel che costi! Questa logica espressa dal presidente del consiglio segue la logica del profitto, non rispetta i cittadini e l'ambiente, non segue un percorso democratico.
A questo è legato il progetto TEMPA ROSSA, che prevede l’aumento delle estrazioni petrolifere in Basilicata. Tutto questo si ripercuoterà negativamente anche sul territorio tarantino dove giungerà gran parte del petrolio estratto per essere raffinato, stoccato e trasportato attraverso navi petroliere.
In occasione della giornata per il creato del 1° settembre il vescovo Santoro si esprimeva così: "(...) l’inquietudine e la preoccupazione della popolazione tarantina sono aumentate per diverse ragioni: i ritardi e le varie proroghe nell’applicazione delle misure ambientali, che la sentenza della Corte Costituzionale n. 85 del 2013 indica come unica condizione per il mantenimento del sequestro degli impianti con facoltà d’uso; l’incertezza sulla disponibilità e la provenienza delle risorse necessarie a portare avanti l’opera di risanamento. A queste insicurezze si aggiunge poi il timore che il carico di inquinanti sull’uomo e sull’ambiente possa persino aumentare con il prospettato insediamento dell’impianto “Tempa Rossa” ed a causa dei dibattuti effetti derivanti dall’applicazione delle norme contenute nel decreto n. 91/2014 come, per esempio, quella in materia di scarichi a mare. Infine, i dati scaturiti dal progetto “Sentieri” dell’Istituto Superiore di Sanità, tra cui quello che registra a Taranto il 21% in più della mortalità infantile rispetto alla media regionale. Emerge un quadro di scarse certezze che induce a domandarsi quale sia il modello di sviluppo per Taranto, e, dunque, per il Paese, nei prossimi anni».
Come cristiani e francescani non possiamo tacere di fronte a progetti che non rispettano un processo democratico, la custodia del creato e la vita stessa dei cittadini.
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